I PEELING CHIMICI NELLA CURA DELLA PELLE
Uno dei trattamenti più utilizzati in medicina estetica, indirizzato al ringiovanimento ed al miglioramento della qualità della pelle, ottenendo una pelle più giovane e bella, è rappresentato dal peeling chimico. Il peeling chimico è un trattamento medico-estetico che provoca, attraverso l’ applicazione con un semplice pennello di una sostanza chimica sulla cute, l’ esfoliazione ed il conseguente “ricambio della pelle”, grazie alla modulazione del suo spessore allo stimolo sui fibroblasti dermici ed alla uniformizzazione del colore della pelle, rendendola più omogenea.
LE TRE CATEGORIE DEI PEELING
Per semplicità, i peeling chimici possono essere suddivisi in tre categorie: peeling superficiali, peeling medi e peeling profondi.
Nel gruppo dei peeling superficiali vengono incluse sostanze che per loro caratteristiche competitive e di PH sono in grado di agire solo sull’ epidermide sono volti a migliorare soprattutto le imperfezioni di colore della pelle come succede nei casi di ipermelanosi date da età (lentigo senili), esposizione solare (lentigo solari), gravidanza (melasma) ed iperpigmentazioni post-infiammatorie (post-acne o post-varicella). Fra le sostanze più utilizzate possono essere menzionate l’ acido mandelico e l’ acido glicolico a basse concentrazioni (30-70%), l’ acido retinoico, l’ acido piruvico, l’ acido salicilico, la soluzione di Jessner (associazione di acido salicilico/lattico/resorcinolo), l’ acido tricloroacetico a basse concentrazioni (in genere al 15%). Oltre che per le problematiche di discolorazione cutanea, i peeling superficiali possono anche essere utilizzati per patologie quali l’ acne sia per la sua fase attiva che per le cicatrici residue più superficiali; i peeling superficiali hanno inoltre un’ interessante azione in termini di modulazione di crono e foto aging, in quanto sono in grado di attenuare le microrugosità cutanee, migliorare la texture generale e dare una stimolazione alla rigenerazione cutanea attraverso la loro azione rigenerativa.
I peeling di media profondità, quali per esempio l’ acido piruvico a maggiori concentrazioni o l’ acido tricloroacetico al 30-35%, agiscono creando una necrosi che si spinge fino al derma papillare, rappresentando una variante di peeling più impegnativa per il medico nel suo utilizzo e per il paziente per la gestione della pelle post-peeling. In generale sono utili per trattare inestetismi più importanti come cicatrici da acne più profonde e da varicella, melasmi estesi e macchie da lentigo solari o senili diffuse e coinvolgenti ampie aree del viso e rughe di media profondità. Interessante in questo campo l’ uso dei peeling nanotecnologici.
Il peeling profondo, in genere a base di fenolo oppure ottenuto tramite l’ utilizzo di peeling combinati o misti, oltre a riportare necrosi dell’ epidermide, comporta la necrosi del derma medio e profondo e quindi può essere scelto per tutti quei pazienti che presentano rughe profonde e diffuse, come nel caso dell’ elastosi solare grave, e negli esiti cicatriziali importanti, ma richiede un decorso post-trattamento molto complesso e doloroso, non immune da possibili complicanze importanti. Per queste ragioni sono peeling ormai poco utilizzati e che richiedono una importante esperienza pregressa nell’ uso e nella gestione dei peeling chimici.
PROTOCOLLI
I protocolli di trattamento dipendono dal tipo di peeling che viene utilizzato, ma in genere prevedono almeno due indicazioni standard:
- Per i peeling superficiali, un trattamento ogni 15 giorni per un numero variabile da 4 a 8 sedute, suggerendo alla paziente di abbinare dei trattamenti domiciliari con creme che possano contenere sia agenti esfolianti leggeri (che proseguano l’ azione medicale del peeling) che sostanze idratanti
- Per i peeling medi, invece, sono consigliabili trattamenti mensili per 3-4 sedute per evitare eccessivi stress alla cute o eccessivi assottigliamenti e sensibilizzazione della cute
E’ sempre importante consigliare alla paziente l’ uso di creme protettive o make up che contengano fattori di protezione solari alti e per lo stesso motivo i protocolli andrebbero gestiti in periodi di scarsa illuminazione solare privilegiando il periodo autunnale-invernale. I trattamento con peeling chimici possono integrarsi con altri trattamenti tipici della Medicina Estetica, in particolare con trattamenti biorivitalizzanti con mix di acido jaluronico non crosslinkato, polinucleotidi e/o amminoacidi per agire sulla stimolazione dei fibroblasti e magnificare l’azione da una parte levigante data dai peeling e quella biostimolatoria dall’ altra data dai rivitalizzanti. E’ importante conoscere i protocolli di abbinamento che prevedono la non esecuzione contemporanea ma alternata l’ uno rispetto all’ altro.
CONCLUSIONI
In conclusione, è importante sottolineare la conoscenza delle diverse possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione nell’ utilizzo dei diversi peeling, in mono sostanza o combinati fra di loro, le loro diverse concentrazioni: ciò permette di pianificare il giusto trattamento in base al fototipo del paziente, all’ inestetismo da trattare ed ai risultati ottenibili. I peeling, infatti, permettono un valido approccio per diversi tipi di inestetismi quali crono e foto invecchiamento, macchie cutanee, acne sia in fase attiva che nella cura dei suoi esiti, cicatrici traumatiche o post-varicella.